Un mostriciattolo inaspettato
Il mio primo ghiozzo testone da 25 cm è stato il risultato di una giornata davvero strana.
Eravamo, come accade spesso, io ed Angelo alla ricerca di nuovi posti per il light. Poichè la costa Est di Caorle nelle stagioni di pesca precedenti non aveva dato i risultati sperati, ci siamo diretti verso Ovest. Presa la mia Jam Over (ero alle prime uscite in mare con questo attrezzo) ed il mio marsupio della megabass con dentro il necessario, siamo montati in macchina, sigarette lungo la strada (già... allora fumavamo parecchio, ora... beh... sto smettendo...), e siamo arrivati allo spot. Io sono partito direttamente con una testina round ed un pezzo di gomma scentata per testare la zona. Mentre Angelo decideva cosa montare, faceva prove e perdeva tempo, io al primo lancio ho preso un micro ghiozzetto. Primo pesce della giornata, primo pesce in quel nuovo posto e la giusta carica per affrontare quell'oretta di pesca che abbiamo passato.
Vista la presenza di pesce, cambio esca e diminuisco il peso della testina, sempre round e con amo dell'8, per non superare il grammo, questo per avere meno peso possibile attaccato alla gomma per lasciare che i piccoli ghiozzetti giochino con l'esca senza spaventarsi quando gli cade dalla bocca. Poi, fin che scelgo la gommina da mettere, scorgo una specie di passerella mezza distrutta che parte dagli scogli e si dirige in acqua tra un paio di barche. Non ho indugiato oltre e mi sono messo là per tutto il tempo restante. Angelo mi ha seguito dopo che ho preso il 4° pesce in quel posticino che mi aveva attirato, ma, vuoi per la testina più pesante, vuoi per l'esca di colore diverso, vuoi per la posizione più arretrata dalla quale il fondo lo poteva solo sentire senza vederne gli ostacoli, non ha ottenuto gli stessi miei risultati. Bel traguardo per me, visto che è stato il mio iniziatore e maestro in questa disciplina. Comunque sia una gommina da ajing, un worm da 2" di colore verde chartreuse montata su una jig head da 0.8g con amo 8 mi hanno fatto prendere una sfilza di micro ghiozzi, con inseguimenti doppi o tripli fin sotto i piedi. Basta solo avere la pazienza di raggiungere il fondo e di farle fare micromovimenti sulla sabbia.
Poi quando è stato il momento di Angelo ho lasciato in pace la sua traiettoria (tanto i pesci glieli avevo già bucati) e mi sono messo a giocare con 2 ghiozzetti che erano a 50 cm dai miei piedi. Giocando mi sono accorto di una crepa dove finiva la "passerella" su cui ero. Lasciare che la mia testina cadesse là mi pareva naturale, quindi l'ho lasciata avvicinarsi e puff, lasciata sprofondare. Inizio a dare colpetti con la punta della canna per capire se ero libero o incastrato tra qualche pezzo di roccia, ma la gommina saltellava tranquilla, fin che una mangiata diversa da quelle avute fino a prima ha prepotentemente piegato il cimino della mia fedele compagna di pesca. Di risposta sollevo la canna e inizio a sentire delle testate ed una pinnata, ma appena riesco a distanziare il pesce dalla tana vedo una bellissima pinna caudale bella grande... Mi giro verso Angelo (il migliore compagno di mille avventure) e subito mi dice di tirarlo fuori per fotografarlo. Un bellissimo ghiozzo testone.
Dopo di che ho passato la testina ad Angelo ed ha dimostrato che la teoria era corretta, primo lancio con la testina leggera e gomma verde e ha preso un ghiozzetto. Probabilmente il peso ed i colori contano più di quanto pensiamo in mare, ma comunque l'importante è che sia uscito il primo bel pesce nella prima uscita nelle nostre zone. Inutile dire che al bar con una birra in mano abbiamo deciso di continuare a condurre verso ovest le varie uscite di pesca.